OGGI INTERVISTIAMO UNA SCRITTRICE EMERGENTE: SARA ASCOLI

Ho avuto il piacere di leggere un romanzo di quest'autrice, che con il suo stile complesso e riflessivo mi ha conquistato!

In che modo ti sei avvicinata alla scrittura?

Non credo di essermi propriamente avvicinata alla scrittura quanto piuttosto di non averne mai potuto fare a meno. Ricordo di aver avvertito esigenza di scrivere ancor prima di imparare a farlo. La scrittura mi ha accompagnata lungo tutto il corso della vita invadendo qualsiasi ambito dell’esistenza: scrivo qualsiasi cosa; ancora adopero carta e penna e apprezzo l’alone bluastro che si traccia sulla mano destra; colleziono quaderni, penne e appunti da sempre. Ma è soltanto negli ultimi 25 anni che ho scoperto il valore essenziale della scrittura in quanto strumento al servizio della mia anima per regalarmi conoscenze e comprensioni che, privata di questo strumento, probabilmente non avrei mai raggiunto in forma consapevole. Dico questo perché come spiego nel libro de “La Stirpe degli Anime Guerriere" è attraverso la scrittura che ho potuto fermare quelle comunicazioni con le figure che nel libro denomino i Miei, ovvero una sorta di guide disincarnate o di voci della coscienza che mi guidano dall’età di 21 anni. L'amore per la lettura è stata consequenziale alla mia indole solitaria: i libri sono altri compagni di viaggio.

Che letture prediligi?

Sono oltre 20 anni che non leggo un romanzo, mentre le mie letture si focalizzano su testi sacri, opere di natura spirituale o manuali. Un altro genere per cui nutro una passione reverenziale sono le fiabe di cui, spesso, nei miei libri e articoli riporto visioni in chiave alchemica: all’interno della Stirpe si parla di Barbablù, mentre il primo saggio su Cenerentola tratta dell’omonima fiaba. Infine, adoro la poesia, soprattutto quella mistica sufi: è l’unica lettura a cui dedico una specifica parentesi temporale nell'arco della giornata; le ultime ore della sera solitamente le offro a questi versi.

Che libri hai pubblicato e quali vorresti pubblicare in futuro?

Il primo testo che ho mandato alle stampe per Gilgamesh Edizioni è il saggio: "Cenerentola, l’Inganno, l’Anima e il Sang Real”. Si tratta di un'opera ad impronta alchemica sulla duplice percezione umana ovvero quella sensoriale e quella che ci guida nell’Invisibile. La seconda opera per Ali Ribelli Edizioni è "La Stirpe delle Anime Guerriere”: in bilico tra racconto e saggio, manuale e scrittura privata, mistica e medianità, fiaba e autobiografia, psicologia e sciamanesimo. È il libro che inaugura la serie di storie di Libertà che inizieranno il lettore, così come la protagonista, a ingaggiare competizioni contro l’idea di noi stessi: ciò che ognuno crede di essere; la rappresentazione mentale dell'immagine di sé che vive in nostra vece. E mentre collaboro con articoli per la rivista scientifica “Cultura&Dintorni” e scrivo per il mio blog, per il futuro mi riservo di portare a compimento il secondo episodio della stirpe e proseguire con altri il cui contenuto riflette sempre in parallelo le prove e le acquisizioni di conoscenza e di potere che scandiscono le mie giornate.

Verso che ambito culturale ti sei indirizzata nella tua vita?

Il percorso che ho intrapreso sino a oggi è alquanto variegato: ho attraversato lo studio delle lingue straniere per approdare all’antropologia medica, deviando dapprima per il teatro, poi l’alimentazione naturale; successivamente ho toccato i lidi della spiritualità: la mistica, l’Avaida Vedanta, lo sciamanesimo; per finire con il Training Autogeno, la comunicazione, la formazione e il Counselling (gestaltico, biosistemico e fenomenologico). Di quest'ultimo ne ho fatto la professione ufficiale che svolgo da oltre 15 anni e in cui confluisce l’intero percorso formativo effettuato, accanto alla scrittura, ovviamente. Se volessi sintetizzare direi che la mia vita è “costretta” a seguire tutte le correnti dell’evoluzione umana consapevole.

Quando leggi un libro che sensazioni provi?

In accordo con le mie letture non credo di poter parlare propriamente di sensazioni quanto piuttosto di espansione di coscienza e/o consapevolezza. Perlopiù le letture da cui mi lascio attraversare hanno la peculiarità di risvegliare il ricordo di me e, quindi, alimentare il sacro fuoco interiore.

La tua più grande soddisfazione a livello letterario qual è?

Come racconto nel libro della Stirpe, cerco di non abbandonarmi mai al senso di soddisfazione o auto celebrazione poiché, in accordo con i Miei, lo ritengo un vero e proprio arsenale dell’idea di se stessi. Pur volendo lasciarmi andare all'auto compiacimento non potrei in alcun modo fare un vanto di ciò che scrivo dal momento che raramente opero attraverso strumenti personali; più spesso scrivo come sotto dettatura e quando mi accingo a rileggere si tratta di un primissimo approccio a contenuti che esulano dalla mia comprensione e per i quali devo necessariamente impegnarmi a guardare me stessa e il mondo in maniera differente per poterne cogliere e manifestare il significato più profondo.